Anche quest’anno abbiamo partecipato con entusiasmo al Convegno Bibliostar delle Stelline; in queste pagine vi proponiamo delle riflessioni su alcuni interventi che abbiamo seguito.
Il Convegno è stato aperto giovedì 12 marzo dal Saluto di Mauro Guerrini, presidente dell’AIB, il quale ha sottolineato come la realtà dell’informazione, delle biblioteche e della professione bibliotecaria abbia assunto ormai da molto tempo una dimensione globale e internazionale.
Tale globalità si è manifestata nella volontà di adottare procedure standardizzate e condivise nella catalogazione per raggiungere la finalità del Controllo bibliografico universale e della Disponibilità universale dei documenti. Dai Principi di Parigi del 1961, primo tentativo di armonizzare le norme catalografiche dei diversi paesi, fino agli opac e alla biblioteca digitale, il confronto è avvenuto a livello internazionale.
Guerrini ha sottolineato, quindi, la necessità per l’Italia di essere maggiormente integrata in tale contesto globale soprattutto nell’ambito della ricerca, con un impegno etico oltrechè professionale e scientifico. Il Congresso IFLA, che si terrà a Milano dal 23 al 27 agosto prossimi, sarà un’occasione di confronto di culture diverse e permetterà al nostro paese di operare finalmente da comprimario nel palcoscenico internazionale.
Sulla dimensione internazionale della biblioteconomia si è soffermato Peter Johan Lor in un intervento dedicato al ruolo della disciplina nella information economy caratterizzata dai fenomeni di smaterializzazione, globalizzazione e mercificazione dell’informazione i quali sollevano problematiche risolvibili solo mediante un approccio internazionale (si pensi, ad esempio, ai problemi conservativi creati dalla massa critica di documenti virtuali del web 2.0 o a quelli legati alla proprietà intellettuale).
Giovanni Solimine ha parlato dell”originale concetto di biblioteca glocale che deve rapportare la globalità del sapere con l’ambito specifico in cui presta la sua azione. La biblioteca glocale cerca di
coniugare, da un parte, l’esigenza di partire da un’analisi e da una interpretazione circostanziata dei diversi bisogni informativi per poter offrire a ciascun individuo un servizio personalizzato nei contenuti, negli strumenti, nei linguaggi, e dall’altra, la vocazione a rendere accessibile l’universalità delle conoscenze senza alcuna limitazione. Ciò significa costruire una biblioteca attrezzata per accogliere e orientare i singoli utenti, per reperire e mettere a disposizione ogni sorta di informazioni e documenti, per integrare il servizio erogato localmente all’interno di una prospettiva di rete.
Significativi gli interventi di Anna Maria Tammaro e di Rossella Caffo dedicati il primo alla dimensione internazionale della professione del bibliotecario e il secondo al ruolo dell’Italia ai progetti di cooperazione europea.
Tra gli eventi collaterali si segnalano i seminari organizzati dal Cenfor che hanno affrontato argomenti quali gli opac di nuova generazione e l’influsso del 2.0 sui servizi bibliotecari (tra gli interventi da segnalare quelli di Gentilini e Biancu).